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Santiago ha 13 anni. Va a scuola, pratica sport, ha due cari amici, un primo amore, ma non è un ragazzo come gli altri. Il suo corpo sembra non obbedirgli più. Da un po' di tempo si addormenta di colpo nelle situazioni più disparate, senza un apparente motivo. In quei momenti, fa dei sogni incredibilmente vividi e angoscianti, in cui realtà e allucinazione si mescolano, sovrapponendosi a quanto sta effettivamente accadendo. Non sono altro che modi incompiuti di morire. Con il tempo, la sua condizione inizierà a mostrare la sua vera natura e a richiedere un tributo. Ben presto Santiago scoprirà di non essere più libero di piangere, ridere, avere paura, innamorarsi senza scatenare una crisi e che esiste una parola per definire ciò che gli sta accadendo. Attraverso l'insolito ricorso alla seconda persona che proietta direttamente il lettore nel mondo di Santiago, "Modi incompiuti di morire" frammenta il flusso della narrazione con sogni, note cliniche e salti temporali che costruiscono la trama pezzo dopo pezzo, come fosse il modellino di una nave alla deriva.